martedì 7 maggio 2013

IL BOSS E LA MATRICOLA

Nel 1995 ero una matricola universitaria a Catania e provenivo da un istituto professionale alberghiero. Il brano che segue è ispirato ad un mio vero colloquio con un anziano docente di Filosofia (oramai defunto, pace all'anima sua) che, come si può facilmente intuire, non contribuì a rendermi sereno e fiducioso verso il mio avvenire accademico...

Walt Whitman...
Il professore si chiama Carollo. Il suo ufficio ha la porta aperta; ma lui è impegnato a parlare con un tipetto occhialuto e magrolino, il prototipo del secchione. Carlo si appoggia ad una parete e aspetta; per ingannare il tempo, comincia a fissare tutte le ragazze che percorrono il corridoio, con l’ostinazione e l’attenzione del pittore che deve carpire i segreti della sua modella.(…)
Finalmente il secchioncello esce di scena e Carlo si proietta nell’antro, buio, oscuro, tetro, come tutti i luoghi accademici; due scrivanie, una biblioteca e un attaccapanni compongono la mobilia. Il resto è un ombroso vuoto monastico. Carollo gli indica la sedia e Carlo, che sente le gambe rammollirsi, ci si piazza con gioia. Il professore, un omone anziano e ingrigito e torvo, con una certa aria alla Walt Whitman, compone un numero di telefono. - Ebbene, a che punto è il mio libro? - dice. - E la rivista? No, senti, o usciamo con l’articolo su Deleuze o ci piazziamo quella roba su Popper. Ma vi raccomando il mio articolo sull’ermeneutica dell’ineffabile.
Poi compone un altro numero. - Ebbene, com’è il tempo, su a Milano? No, senti, c’è quella questione dei miei diritti d’autore...
Discute per qualche minuto, poi depone la cornetta e guarda Carlo. Non ha il tempo di dire nulla. Entra una donna sui cinquanta, dall’aria semidistrutta. - Qui c’è quella ricerchina che mi hai chiesto - dice, deponendo un centinaio di pagine A4 fitte di testo in corpo 10 sulla scrivania di Carollo.
- Bene. Ora mi dovresti scrivere un articolo per la rivista.
- Lo sapevi che Brancati è stato tradotto in Francia soltanto adesso?
E vanno avanti un quarto d’ora a parlare di Brancati. La donna rimane in piedi, mentre Carollo la informa che ha letto l’ultimo di Tahar Ben Jalloun, giusto per riposarsi dopo ottanta pagine di filosofia in francese. La donna, che possiamo forse identificare come un’assistente, tace; butta lì un sorrisino, poi dice che deve andare. Ma Carollo comincia a teorizzare sul moto cosmico e cade in un magma fatto di Big Bang e Anassimandro e Einstein. L’assistente avverte Carollo che dovrebbe uscire un po’ prima perché ha il figlio
in ospedale con l’appendicite, ma quello è imperturbabile e traccia percorsi di ricerca su un suo prossimo libro che coinvolgerà Telesio e Bacone e Gassendi e Malebranche e Arnauld.
Carlo tossisce. Ma Carollo è un caterpillar e continua a discorrere.
La donna agonizza. I suoi occhi sembrano dire “schiatterai, prima o poi, vecchio bastardo”. Rivolge le palle degli occhi verso Carlo, forse in cerca di compassione, e lui ricambia lo sguardo incorniciandolo
con un’espressione zen.
Il Grande Filosofo, quando il suo orario di ricevimento sta quasi per scadere, si decide a congedare la donna, che si allontana a velocità di fuga, e passa a Carlo.
- Allora, che vuole? - esclama, con il garbo che ci si aspetta da un anziano filosofo.
- Sono qui per quel testo in latino di Giovan Battista Hodierna che...
- Lei non sarà mica dell’Alberghiero, per caso...
Avete presente un pugno allo stomaco? Ecco.
- Purtroppo sì. Vede, un errore di gioventù - si umilia Carlo.
- Iscriversi a Filosofia è l’errore che lei ha fatto. Ad ogni modo pare che io, per legge, debba dare l’opportunità anche a voi scioperati di poter sostenere l’esame.
- Le sarei grato.
- Ma mi dica, com’è avvenuta la scoperta di queste sue inclinazioni filosofiche? Eh, certo che ce l’ha, l’aria del filosofo, quantunque non basti l’appoggio della fisiognomica per laurearsi.
- Mi pongo spesso delle domande e coltivo l’arte del dubbio.
- La coltivo anch’io: dubito che lei possa mai laurearsi.
Prende un foglietto di carta. Una penna. Scrive qualcosa. - Dunque, invece dell’Hodierna, lei mi porterà all’esame Cartesio, il Discorso sul metodo e Le meteore, in italiano. Se Cartesio le riuscirà difficile, le consiglio di non ignorare le possibilità professionali che offre la Valtur.
Passa il foglietto a Carlo, con tutti i dati relativi ai volumi richiesti, compresa l’indicazione della biblioteca in cui prenderli in prestito.
- E se... se li volessi comprare? - dice Carlo, nel disperato tentativo di farsi bello.
- Su Cartesio non percepisco diritti d’autore.
Silenzio.
Carlo balbetta: - E... non so... qualche consiglio su come impostare...
Carollo, di botto, guizzando con la sedia girevole verso un computer: - Ma che vuole impostare, lei... forza, alberghiero, esca dalle mie dorate stanze, ché la sua presenza le inquina.
Accende il computer.
Carlo esce, senza avere neanche un vaffanculo pronto per l’occasione.

da "SE AVESSI PREVISTO TUTTO QUESTO", pp. 199-122.

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