Nel 1995 ero una matricola universitaria a Catania e provenivo da un istituto professionale alberghiero. Il brano che segue è ispirato ad un mio vero colloquio con un anziano docente di Filosofia (oramai defunto, pace all'anima sua) che, come si può facilmente intuire, non contribuì a rendermi sereno e fiducioso verso il mio avvenire accademico...
Il professore si chiama Carollo. Il suo ufficio
ha la porta aperta; ma lui è impegnato a parlare con un tipetto occhialuto e
magrolino, il prototipo del secchione. Carlo si appoggia ad una parete e
aspetta; per ingannare il tempo, comincia a fissare tutte le ragazze che percorrono
il corridoio, con l’ostinazione e l’attenzione del pittore che deve carpire i
segreti della sua modella.(…)
Finalmente il secchioncello esce di scena e Carlo
si proietta nell’antro, buio, oscuro, tetro, come tutti i luoghi accademici;
due scrivanie, una biblioteca e un attaccapanni compongono la mobilia. Il resto
è un ombroso vuoto monastico. Carollo gli indica la sedia e Carlo, che sente le
gambe rammollirsi, ci si piazza con gioia. Il professore, un omone anziano e
ingrigito e torvo, con una certa aria alla Walt Whitman, compone un numero di
telefono. - Ebbene, a che punto è il mio libro? - dice. - E la rivista? No,
senti, o usciamo con l’articolo su Deleuze o ci piazziamo quella roba su
Popper. Ma vi raccomando il mio articolo sull’ermeneutica dell’ineffabile.
Poi compone
un altro numero. - Ebbene, com’è il tempo, su a Milano? No, senti, c’è quella
questione dei miei diritti d’autore...
Discute per
qualche minuto, poi depone la cornetta e guarda Carlo. Non ha il tempo di dire
nulla. Entra una donna sui cinquanta, dall’aria semidistrutta. - Qui c’è quella
ricerchina che mi hai chiesto - dice, deponendo un centinaio di pagine A4 fitte
di testo in corpo 10 sulla scrivania di Carollo.
- Bene. Ora
mi dovresti scrivere un articolo per la rivista.
- Lo sapevi
che Brancati è stato tradotto in Francia soltanto adesso?
E vanno
avanti un quarto d’ora a parlare di Brancati. La donna rimane in piedi, mentre
Carollo la informa che ha letto l’ultimo di Tahar Ben Jalloun, giusto per
riposarsi dopo ottanta pagine di filosofia in francese. La donna, che possiamo
forse identificare come un’assistente, tace; butta lì un sorrisino, poi dice
che deve andare. Ma Carollo comincia a teorizzare sul moto cosmico e cade in un
magma fatto di Big Bang e Anassimandro e Einstein. L’assistente avverte Carollo
che dovrebbe uscire un po’ prima perché ha il figlio
in ospedale
con l’appendicite, ma quello è imperturbabile e traccia percorsi di ricerca su
un suo prossimo libro che coinvolgerà Telesio e Bacone e Gassendi e Malebranche
e Arnauld.
Carlo
tossisce. Ma Carollo è un caterpillar e continua a discorrere.
La donna
agonizza. I suoi occhi sembrano dire “schiatterai, prima o poi, vecchio
bastardo”. Rivolge le palle degli occhi verso Carlo, forse in cerca di
compassione, e lui ricambia lo sguardo incorniciandolo
con un’espressione
zen.
Il Grande
Filosofo, quando il suo orario di ricevimento sta quasi per scadere, si decide
a congedare la donna, che si allontana a velocità di fuga, e passa a Carlo.
- Allora,
che vuole? - esclama, con il garbo che ci si aspetta da un anziano filosofo.
- Sono qui
per quel testo in latino di Giovan Battista Hodierna che...
- Lei non
sarà mica dell’Alberghiero, per caso...
Avete
presente un pugno allo stomaco? Ecco.
-
Purtroppo sì. Vede, un errore di gioventù - si
umilia Carlo.
- Iscriversi
a Filosofia è l’errore che lei ha fatto. Ad ogni modo pare che io, per legge,
debba dare l’opportunità anche a voi scioperati di poter sostenere l’esame.
- Le sarei
grato.
- Ma mi
dica, com’è avvenuta la scoperta di queste sue inclinazioni filosofiche? Eh,
certo che ce l’ha, l’aria del filosofo, quantunque non basti l’appoggio della
fisiognomica per laurearsi.
- Mi pongo
spesso delle domande e coltivo l’arte del dubbio.
- La coltivo
anch’io: dubito che lei possa mai laurearsi.
Prende un
foglietto di carta. Una penna. Scrive qualcosa. - Dunque, invece dell’Hodierna,
lei mi porterà all’esame Cartesio, il Discorso sul
metodo e Le meteore, in italiano. Se Cartesio le riuscirà difficile, le consiglio di non
ignorare le possibilità professionali che offre la Valtur.
Passa il
foglietto a Carlo, con tutti i dati relativi ai volumi richiesti, compresa l’indicazione
della biblioteca in cui prenderli in prestito.
- E se... se
li volessi comprare? - dice Carlo, nel disperato tentativo di farsi bello.
- Su
Cartesio non percepisco diritti d’autore.
Silenzio.
Carlo
balbetta: - E... non so... qualche consiglio su come impostare...
Carollo, di
botto, guizzando con la sedia girevole verso un computer: - Ma che vuole
impostare, lei... forza, alberghiero, esca dalle mie dorate stanze, ché la sua
presenza le inquina.
Accende il
computer.
Carlo esce, senza avere neanche
un vaffanculo pronto per l’occasione.
da "SE AVESSI PREVISTO TUTTO QUESTO", pp. 199-122.
Nessun commento:
Posta un commento